Shhh

fate silenzio, che c'è Jason che passa.

Così dissi proprio ieri pomeriggio quando guarda caso mi trovavo in fumetteria. Non c'era lui personalmente, bensì un suo lavoro che non conoscevo sugli scaffali. Da lì, fermo ed immobile si è mosso nelle mie mani, fino ad arrivare fuori dal negozio, addirittura a casa mia, dove finalmente è stato "letto".Letto potrebbe esser una parola grossa quasi, considerata la completa assenza di parole della sua precedente pubblicazione in Italia, Shhh appunto. In questa occasione invece si trovano delle parole, un discorso tra due soltanto dei diversi personaggi che percorrono la storia, la narrazione. "Non puoi arrivarci da qui" dice il titolo. Sperimentazioni di vario tipo, scienziati pazzi, storie d'amore impossibili, caducità della vita, episodi di violenza collettiva. Il tutto in tratti netti che non lasciano spazio a dubbi conditi da una tricromia funzionale alla precisone del disegno. Ne sono rimasto affaascinato, come nel mio primo incontro con un lavoro dell'autore norvegese, semplice ma diretto, con una sorta di poesia di fondo che ha voluto prendere alloggio dentro me senza neppure pagare l'affitto. Ma forse sono io a dover ringraziare Jason.

ps: sul suo sito pubblica anche delle striscie di frequente ;)
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