Vacanze? ...

e due vai.
In realtà ci sarebbe molto da dire su quel periodo che sembra ormai esser lontanissimo anche se in realtà potrebbe esser più vicino. Potrei dire di quando ho visto una lieta doccia galleggiare vicino ad un leone alato, o di quando ho visto sfilare qualche celebrità di cui poteva fregarmene di meno, come la Marini che per l'occasione sembrava una mozzarella affumicata causa l'abbronzatura tardo estiva. Ma il suo incrocio non mi ha impedito di continuar per la mia strada ed evitare indenne un paio di guardie del corpo. Per poi proseguire nel mio zuzzerellare e finire nel solito alimentari e servirmi di un bel panino all'Asiago, di cui ho fatto scorpacciate in quei giorni. Ma questo non mi ha impedito di vedere anche altri film. Tra quelli in attesa presenziava "Paprika" di Satoshi Kon, visto giusto il primo giorno, il pomeriggio stesso, in sala grande con lui e la sua lunga coda presenti. Certo non è un film che passa inosservato, dicendo una semplicissima banalità che dovrebbe servire ad aprire una sorta di proseguio in cui si possono enunciare aspetti positivi e negativi, nonché opinioni personali. Continuando su alcuni aspetti che non si posso non sottolineare si arriva o parte dall'aspetto prettamente tecnico, sul quale non credo vi sia molto da eccepire, anzi, lo stile di disegno riesce a differenziarsi a seconda dell'atmosfera che si vuole creare, o della situazione, senza creare balzi di sorta e mantenendo una propria caratterizzazione tipica del regista, sopratutto in alcuni volti e/o espressioni. E fin qui tutto bene. L'idea di base potrebbe essere abbastanza originale, un apparecchio in grado di interagire con i sogni altrui, ancora in sperimentazione, viene rubato, e che se finisse nelle mani sbagliate chissà cosa mai potrebbe accadere. Ovviamente cade nelle mani sbagliate, altrimenti dove sarebbe il film?, ed ecco che i sogni delle persone iniziano a interagire tra loro, incrociarsi, a confondersi con la realtà stessa diventando una sorta di fase rem totale... In tutto ciò i protagonisti dovranno cercare una soluzione dovendosi muovere su due piani, affrontando il sogno collettivo e il proprio, in un'ottica per cui nel sonno prende la prevalenza l'inconscio, emergendo così ciò che razionalmente non riusciamo ad affrontare in una riscoperta delle proprie pauere, ansie etc. Questo porterà ad una maturazione dei personaggi, come accadde anche in Tokyo Godfathers, fino ad una maggior presa coscienza di se stessi. Fin qui la cos sembra piuttosto allettante, e lo è, sicuramente. Come a mia opinione vi possono esser margini di miglioramente, sopratutto nella sceneggiatura, o meglio, nel dosaggio delle parti. La, anzi le scene del corteo nel sogno sono visivamente imponenti, colossali e piene di particolari, ma sembra che il regista stesso vi puntasse un po' troppo sopra; come mi son risultate rindondanti le scene in cui alcuni personaggi sembrano impazzire in sogni ad occhi aperti... ed iniziano ad emettere frasi senza senso... Forse avrebbe potuto dare un po' più di spazio alla parte finale, quanto meno alle idee espresse in quella fase, cercando di elaborarle un po' di più... Giocando con i sogni si rischia di finire in paradossi piuttosto semplici, rispetto ad un argomento molto complesso... Ma vabbe' forse mi aspettavo troppo io, e non posso negare affatto che sia un film consigliabile... Ma non mi ha fatto lo stesso effetto di Tokio Godfather che al contrario nella sua semplicità di trama riusciva ad esprimer molto. Ecco, forse in questo caso ha voluto toccar argomenti di difficile sviluppo, i sogni, introducendo anche la lotta tra il bene ed il male in una sorta di lotta assoluta, a mio avviso no riuscendone poi benissimo. Cioè insomma avete capito o no? Ma uffa, e andatelo a vedere no? Che qui volevo scrivere delle vacanze a guarda qui... ma non so io 'sta gente...
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