The Descent in the Blood Mousse

Fa caldo, quasi come a Maggio scorso, e anche di piĆ¹ a giudicare dallo strillare dei grilli e dal frastuono provocato dalla prima zanzara. Quasi fossimo a Giugno si potrebbe dire. E guarda a caso verso giugno scorso ci fu la "solita" rassegna dei film di Cannes in quel di Milano. Con piacere vi si partecipĆ². Insomma in quell'occasione, e anche in altre, si videro diversi film. Ricordi di quel periodo sono quel Mostrogrosso bellissimo di the Host che giĆ  si trova in dvd ma non ĆØ uscito nelle nostre sale con grande mio rammarico (e non solo mio spero). Altro film che rimando a quel periodo ĆØ proprio "The Descent" di Neil Marshall. Un film orrorifico, ma sopratutto claustrofobico e angosciante. Ci sono molti elementi base del genere, a partire dal solito gruppetto di persone (in questo caso tutte donne!) con ognuna un caratteristica che la distingue dalle altre, quasi a livello power ranger o poco piĆ¹. C'ĆØ la ragazza maschiaccio, c'ĆØ la traditrice, ci sono le sorrelle inseparabili, quella con problemi ma coraggiosa, l'amicona di quest'ultima. Insomma queste ragazze d'avventura dedite al rafting invece che al lifting (ma sempre in *.fting deve essere) partono a perlustrare una grotta di "solo" secondo livello. Ovviamente ne accadranno di ogni, colpi di scena e con tanto di mostri gollumeschi che le inseguono affamati. Ma non sono questi a rubare la scena come se si fosse in un qualsiasi splatter, bensƬ a far da protagonista ĆØ la sensazione di oppressione/claustrofobia causata innanzi tutto della terra sopra di se (tre chilometri circa), dai i cunicoli stretti che levano l'aria, dalla difficoltĆ  a trovare una via d'uscita che da inoltre la sensazione di essere topi in trappola. A tutto questo si vanno sommare le angosce e incubi di una delle ragazze. In tutto ciĆ² in particolare spicca la scena finale e una precedente, all'inizio dell'esplorazione della grotta, in cui una delle protagoniste rimane chiusa in un cunicolo. Qui i polmoni si ritrovano sospesi nel vuoto... Non mancheranno alcuni momenti in cui il saltello sulla poltrona si rischia di farlo, complice una regia che accellera nei momenti necessari. Si gioca molto sul buio, sul vedere/non vedere, aumentando la tensione e la compartecipazione con i personaggi. Si usa qualche idea originale per creare ancor piĆ¹ immedesimazione con le protagoniste (in particolare la scena della telecamera, in cui lo spettatore guarda attraverso una telecamera con visione notturna assieme all'attrice che la utilizza). Non ĆØ un film splatter, non ĆØ estremamente violento, ha come molti film del genere qualche difettuccio base, ma si fa gustare volentieri anche ad una seconda visione. Le sensazioni che rende risultano sempre spiccare e farsi sentire. In particolare tiene botto il finale, che non ĆØ poi cosƬ scontato e anzi lascia un alone di fascino e originalitĆ  al film. Una di quelle visioni che in questo clima sempre piĆ¹ torrido mi farĆ  piacere rivedere. Ed ora mi finisco i popcorne!
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